venerdì 11 novembre 2016

Condizionamento operante in atto: rinforzi e punizioni (seconda parte)



Ora facciamo qualche semplice esempio di dinamiche quotidiane:
- Se io richiamo il cane e lui arriva da me e lo premio, con del cibo,con un gioco, o con dei complimenti "bravooo", sto rinforzando positivamente il suo comportamento (aggiungendo uno stimolo piacevole per lui). Ma se lui arriva da me, magari non così veloce come mi aspetto e lo sgrido, lo sto punendo positivamente (aggiungendo uno stimolo spiacevole per lui).
- se io ho una ciotola con del cibo in mano e il cane si agita cercando di avventarsi su di essa posso cercare di estinguere quel comportamento gridandogli contro o picchiandolo, punendolo positivamente (aggiungendo quindi uno stimolo sgradito, il disagio delle urla o il dolore delle percosse) cosa che non consiglio assolutamente!! Oppure posso togliere la ciotola dalla sua vista, in questo modo lo sto punendo negativamente (togliendo uno stimolo a lui gradito, cioè il cibo). Se lasciassi che lui si fiondi sulla ciotola mettendola subito giù sto rinforzando positivamente quel comportamento (aggiungendo uno stimolo piacevole cioè il cibo) quindi lui continuerà a fiondarsi sulla ciotola.
Quindi come fare? Finché si agita la ciotola la tengo in mano io o la tolgo dalla sua vista (punizione negativa) appena si calma metto la ciotola a terra e lo lascio mangiare (rinforzo positivo).
- il cane tira al guinzaglio e io lo seguo, sto rinforzando positivamente il fatto che tiri al guinzaglio (aggiungo uno stimolo piacevole, cioè vado dove vuole andare lui).  Se lo strattono per non farlo tirare lo sto punendo positivamente, (aggiungendo lo stimolo negativo dello strattone). Come fare? Se tira al guinzaglio posso fermarmi o cambiare direzione (punizione negativa, quindi tolgo qualcosa di piacevole per lui, cioè non vado dove vuole andare) e quando è tranquillo e il guinzaglio è lento, lo seguo con tanti complimenti (rinforzando positivamente la calma al guinzaglio). Andare al guinzaglio insieme comporta consapevolezza e comunicazione, ma schematicamente possiamo riassumerlo come sopra.

Il tempismo dev’essere il più preciso possibile, si premia subito dopo l’emissione del comportamento desiderato, poiché ricordiamoci che il comportamento viene condizionato dagli eventi che accadono di conseguenza all’emissione dello stesso. Parliamo di attimi, di momenti, al massimo pochi secondi.
La frequenza con cui somministrare i rinforzi è molto importante: essi possono essere continui o variabili. Il rinforzo continuo, cioè premiare il cane ogni volta che emette il comportamento a noi gradito, è adatto ai primi tempi in cui il cane sta apprendendo un comportamento. Il rinforzo variabile, cioè premio il cane in modo “casuale” (due si, uno no, tre si, due no, ecc) è utile per fissare un comportamento.
Possiamo introdurre qui il concetto di “jackpot” equivalente ad una manciata di bocconcini che sorprende il cane e lo motiva a ripresentare il comportamento ancora più volentieri.
Lo stesso principio si può avere nell’uomo con il gioco d’azzardo: si gioca anche se non si sa quando si vincerà, ma si tenta lo stesso.

Il rinforzo positivo continuo è lo strumento ideale per modellare (shaping) un comportamento complesso: con l’aiuto del clicker possiamo letteralmente “costruire” comportamenti rinforzando passo dopo passo ciò che il cane propone fino ad ottenere l’azione desiderata. Anche in questo caso se il cane non propone un’azione “corretta” semplicemente non si premia. In questo modo il cane dovrà ragionare un attimino cercando di capire qual è il movimento che è stato premiato e qual è il passo successivo che dovrà compiere per ottenere il premio. In questo modo si abitua il cane a pensare e a proporre comportamenti: un vero e proprio lavoro possiamo dire!

Il rinforzo variabile non deve trasformarsi in una punizione negativa (cioè non premio più affatto) poiché il rischio è che quei comportamenti che desideriamo vengano estinti. Ma qui possiamo seguire la nostra sensibilità e osservando il cane possiamo vedere di studiare la frequenza variabile più appropriata.
Personalmente uso solo ed esclusivamente rinforzi positivi e punizioni negative, quindi premio per rinforzare un comportamento e non premio per estinguerlo, o tolgo le condizioni che possano far in modo di rinforzare il comportamento che io voglio che il cane estingua.
Spesso ignoro il comportamento sgradito proponendo nell’immediatezza un’alternativa e guidando il cane verso la soluzione più appropriata.
Per quanto riguarda la variabilità del rinforzo, lo stesso discorso non vale per la punizione che dev’essere continua per i comportamenti sgraditi.
Ad esempio, se il cane sale sul divano ed io non voglio, lo faccio scendere due volte si e una no, in realtà sto rinforzando i tentativi di approccio al divano poiché il messaggio incoerente porta a riprovare con i tentativi, soprattutto per le cose “appetibili” per il cane.
Il rinforzo negativo e la punizione positiva sono connessi alla coercizione, all’uso della forza o comunque all’uso di stimoli negativi che si vanno ad associare poi alla relazione che il cane ha con noi. Il rischio è di creare conflitto nel rapporto, quindi il cane non si fiderà di noi ma ne avrà timore, non farà le cose per piacere e per spirito di collaborazione ma per paura delle conseguenze, senza contare che così facendo si possono creare dinamiche in cui il cane per forza di cose (il suo istinto di sopravvivenza) agirà in base al meccanismo “attacco-fuga”.

Il punto quindi è: ricordiamoci sempre di prestare attenzione a cosa piace al nostro cane o cosa lo infastidisce, prima di decidere cosa può essere per lui un rinforzo o una punizione.
Prestiamo altresì attenzione a come ci poniamo noi nei suoi confronti, come ci muoviamo, come comunichiamo con lui, cosa rinforziamo e cosa puniamo: quali segnali gli stiamo dando?

Conoscere il nostro cane non vuol dire solo conoscere la routine che gira intorno ai suoi bisogni primari. Ognuno ha il proprio carattere che si forma anche in base alle esperienze che fa. Per cui se vogliamo costruire un rapporto saldo e duraturo, in cui fiducia, collaborazione e complicità siano gli ingredienti magici, facciamo in modo da metterci il cuore in ciò che facciamo con lui diventando così punti di riferimento con cui intraprendere un bellissimo viaggio insieme.

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