Ora facciamo qualche semplice
esempio di dinamiche quotidiane:
- Se io richiamo il cane e lui
arriva da me e lo premio, con del cibo,con un gioco, o con dei complimenti "bravooo", sto rinforzando
positivamente il suo comportamento (aggiungendo uno stimolo piacevole per lui).
Ma se lui arriva da me, magari non così veloce come mi aspetto e lo sgrido, lo
sto punendo positivamente (aggiungendo uno stimolo spiacevole per lui).
- se io ho una ciotola con del cibo
in mano e il cane si agita cercando di avventarsi su di essa posso cercare di
estinguere quel comportamento gridandogli contro o picchiandolo, punendolo
positivamente (aggiungendo quindi uno stimolo sgradito, il disagio delle urla o
il dolore delle percosse) cosa che non consiglio assolutamente!! Oppure posso
togliere la ciotola dalla sua vista, in questo modo lo sto punendo
negativamente (togliendo uno stimolo a lui gradito, cioè il cibo). Se lasciassi che lui si fiondi
sulla ciotola mettendola subito giù sto rinforzando positivamente quel
comportamento (aggiungendo uno stimolo piacevole cioè il cibo) quindi
lui continuerà a fiondarsi sulla ciotola.
Quindi come fare? Finché si agita la
ciotola la tengo in mano io o la tolgo dalla sua vista (punizione negativa)
appena si calma metto la ciotola a terra e lo lascio mangiare (rinforzo
positivo).
- il cane tira al guinzaglio e io lo
seguo, sto rinforzando positivamente il fatto che tiri al guinzaglio (aggiungo uno stimolo piacevole, cioè vado dove vuole andare lui). Se lo strattono per non farlo tirare lo sto punendo
positivamente, (aggiungendo lo stimolo negativo dello strattone). Come fare? Se
tira al guinzaglio posso fermarmi o cambiare direzione (punizione negativa,
quindi tolgo qualcosa di piacevole per lui, cioè non vado dove vuole andare) e
quando è tranquillo e il guinzaglio è lento, lo seguo con tanti complimenti (rinforzando positivamente
la calma al guinzaglio). Andare al guinzaglio insieme comporta consapevolezza e
comunicazione, ma schematicamente possiamo riassumerlo come sopra.
Il tempismo dev’essere il più
preciso possibile, si premia subito dopo l’emissione del comportamento
desiderato, poiché ricordiamoci che il comportamento viene condizionato dagli
eventi che accadono di conseguenza all’emissione dello stesso. Parliamo di
attimi, di momenti, al massimo pochi secondi.
La frequenza con cui somministrare i
rinforzi è molto importante: essi possono essere continui o variabili. Il
rinforzo continuo, cioè premiare il cane ogni volta che emette il comportamento
a noi gradito, è adatto ai primi tempi in cui il cane sta apprendendo un
comportamento. Il rinforzo variabile, cioè premio il cane in modo “casuale”
(due si, uno no, tre si, due no, ecc) è utile per fissare un comportamento.
Possiamo introdurre qui il concetto
di “jackpot” equivalente ad una manciata di bocconcini che sorprende il cane e
lo motiva a ripresentare il comportamento ancora più volentieri.
Lo stesso principio si può avere
nell’uomo con il gioco d’azzardo: si gioca anche se non si sa quando si
vincerà, ma si tenta lo stesso.
Il rinforzo positivo continuo è
lo strumento ideale per modellare (shaping) un comportamento complesso: con
l’aiuto del clicker possiamo letteralmente “costruire” comportamenti
rinforzando passo dopo passo ciò che il cane propone fino ad ottenere l’azione
desiderata.
Anche in questo caso se
il cane non propone un’azione “corretta” semplicemente non si premia. In questo
modo il cane dovrà ragionare un attimino cercando di capire qual è il movimento
che è stato premiato e qual è il passo successivo che dovrà compiere per
ottenere il premio. In questo modo si abitua il cane a pensare e a proporre
comportamenti: un vero e proprio lavoro possiamo dire!
Il rinforzo variabile non deve
trasformarsi in una punizione negativa (cioè non premio più affatto) poiché il
rischio è che quei comportamenti che desideriamo vengano estinti. Ma qui
possiamo seguire la nostra sensibilità e osservando il cane possiamo vedere di
studiare la frequenza variabile più appropriata.
Personalmente uso solo ed
esclusivamente rinforzi positivi e punizioni negative, quindi premio per
rinforzare un comportamento e non premio per estinguerlo, o tolgo le condizioni
che possano far in modo di rinforzare il comportamento che io voglio che il
cane estingua.
Spesso ignoro il comportamento
sgradito proponendo nell’immediatezza un’alternativa e guidando il cane verso
la soluzione più appropriata.
Per quanto riguarda la variabilità
del rinforzo, lo stesso discorso non vale per la punizione che dev’essere
continua per i comportamenti sgraditi.
Ad esempio, se il cane sale sul
divano ed io non voglio, lo faccio scendere due volte si e una no, in realtà
sto rinforzando i tentativi di approccio al divano poiché il messaggio
incoerente porta a riprovare con i tentativi, soprattutto per le cose
“appetibili” per il cane.
Il rinforzo negativo e la punizione
positiva sono connessi alla coercizione, all’uso della forza o comunque all’uso
di stimoli negativi che si vanno ad associare poi alla relazione che il cane ha
con noi. Il rischio è di creare conflitto nel rapporto, quindi il cane non si
fiderà di noi ma ne avrà timore, non farà le cose per piacere e per spirito di
collaborazione ma per paura delle conseguenze, senza contare che così facendo
si possono creare dinamiche in cui il cane per forza di cose (il suo istinto di
sopravvivenza) agirà in base al meccanismo “attacco-fuga”.
Il punto quindi è: ricordiamoci
sempre di prestare attenzione a cosa piace al nostro cane o cosa lo
infastidisce, prima di decidere cosa può essere per lui un rinforzo o una
punizione.
Prestiamo altresì attenzione a come
ci poniamo noi nei suoi confronti, come ci muoviamo, come comunichiamo con lui, cosa rinforziamo e cosa puniamo:
quali segnali gli stiamo dando?
Conoscere il nostro cane non vuol dire solo conoscere la routine che gira intorno ai suoi bisogni primari. Ognuno ha il proprio carattere che si forma anche in base alle esperienze che fa. Per cui se vogliamo costruire un rapporto saldo e duraturo, in cui fiducia, collaborazione e complicità siano gli ingredienti magici, facciamo in modo da metterci il cuore in ciò che facciamo con lui diventando così punti di riferimento con cui intraprendere un bellissimo viaggio insieme.
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