Osserviamo il nostro
cane. Osserviamo in quale stato emotivo trascorre la maggior parte della
giornata e come, in quali occasioni, questo stato si modifica.
C’è differenza tra
starsene tranquilli e camminare o correre avanti e indietro per caso come in preda
ad un attacco di panico, magari mordicchiando i mobili e gli oggetti di casa
qua e là o leccandosi freneticamente le zampe. Ovvio che sia preferibile un cane interessato al mondo e curioso anziché uno
completamente apatico che non mostra attrazione verso ciò che lo
circonda. Chiaramente stiamo parlando di situazioni normali, quando cioè noi e
il nostro cane siamo in casa, tranquilli e non c’è niente che sta sconvolgendo
la nostra quotidianità.
Se ci stiamo preparando per uscire oppure stiamo iniziando una sessione
di gioco o, ancora, è appena entrato un ospite, è normale che vada in
eccitazione. Così anche
quando torniamo a casa dopo una lunga passeggiata o un viaggio, se il cane ha
appena mangiato, è buio e silenzioso, è altrettanto naturale che preferisca riposarsi
piuttosto che interessarsi di qualcosa. Ma se nelle situazioni normali, il
nostro peloso è irrequieto o apatico, oppure alterna momenti di inquietudine a
momenti di apatia, senza mai rimanere in uno stato di calma allora c’è qualcosa che non quadra e dovremmo
adoperarci per migliorare il suo stato di benessere.
Il cane che sa stare
tranquillo sulla copertina osservando il mondo o mordicchiando un giocattolo e
che all’occorrenza sa interessarsi di quello che gli accade intorno, con
attenzione ma anche concentrazione, è un cane che sta bene. L’irrequietezza o facilità di eccitazione ci
dice che il cane è troppo attivato – in etologia si chiama “stato di alto
arousal” – e questo lo rende estremamente reattivo e sensibile a tutto
quello che gli capita, ma anche insofferente verso l’inattività: insomma, il
cane non sta bene. Quindi anche quando si eccita per qualsiasi motivo, la
passeggiata piuttosto che l’arrivo a casa di un estraneo, è preferibile
lavorare sulla calma e non rinforzare quello stato.
Cosa fare allora? La
migliore strategia è il silenzio e aspettare che il cane si tranquillizzi per
poi dargli attenzione quando è calmo. Una predisposizione a stare in una fase
di alta arousal rende il cane più reattivo: abbaiare, mordicchiare, saltare
addosso, correre; questi comportamenti rappresentano
importanti problemi nella relazione, ma soprattutto rendono il cane inquieto e
quindi sofferente e predisposto a problematiche comportamentali come l’ansia,
l’irritabilità, la compulsività.
Per evitare questa cosa è indispensabile lavorare sulla calma, quindi premiamo il cane con
attenzioni e bocconcini appetitosi, ogni volta che sta tranquillo, evitando di
fare con lui giochi eccitatori tipo pallina o tira e molla preferendo magari la
ricerca olfattiva. Anche lo stato di apatia, ovvero di “bassa arousal”, va
evitato, cercando di far fare al cane passeggiate all’aperto, incontri con
altri cani e gioco, ma è statistico che la maggior parte dei problemi lamentati
dalle persone riguardano la facilità di eccitazione del loro cane.
L’alta arousal rende il cane irrefrenabile e lo porta a reagire a ogni stimolo in modo smodato.
Una delle cose più importanti nell’educazione del cane è la sua capacità di
evitare il comportamento istintivo. È molto importante perché la maggior parte dei problemi possono ricondursi
proprio a questo.
Il comportamento istintivo crea problemi
durante le passeggiate, nelle zone affollate, al bar o al ristorante– solo per fare alcuni esempi –
perché sempre nella quotidianità si presentano quelle situazioni classiche che
possono scaturire un comportamento impulsivo.
Sviluppare la capacità riflessiva del cane non vuol dire inibirlo, ma
piuttosto rafforzare delle espressioni di proposta e risposta a livello sociale
ed emotivo. Il
comportamento impulsivo può dar luogo a diversi problemi tra i quali: il cane
non ascolta più e non collabora ma agisce in modo individuale; scarso
autocontrollo, ovvero non riesce a controllare il suo comportamento; passa da
momenti di alta arousal a improvvise cadute di attivazione.
Il comportamento
impulsivo crea problemi di gestione del cane e provoca situazioni di stress e
disagio. Insegnare ad un cane a “pensare” si fa attraverso un lavoro che valorizza
le capacità cognitive. Per esempio aumentare le conoscenze, sviluppare gli
autocontrolli, favorire lo stato di calma, migliorare la relazione secondo un
principio di partnership, cercando di rendere l’arousal più stabile e
intermedio possibile.
Anche gli esercizi di
relazione, ossia sulla collaborazione con il proprietario per ottenere quello
che si desidera, esercizi sulla richiesta e sui permessi, aiutano a rallentare
l’impulsività perché abituano il cane a non agire da solo. Infine per potenziare la riflessività è
importante dare al cane quante più conoscenze possibile ovvero arricchire il
suo piano d’esperienza. Quante più competenze daremo al cane tanto più
lo aiuteremo ad affrontare in modo riflessivo le situazioni quotidiane.
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